PREMESSA     MATERIE  PRIME

Famiglie

   
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La suddivisione dei materiali plastici in famiglie può avvenire in due modi: dividendoli in commodities e tecnopolimeri, oppure dividendoli in amorfi e cristallini. Di seguito riportiamo entrambe le suddivisioni per quanto riguarda i principali polimeri evidenziando come, ovviamente, le due suddivisioni non concordino.

 

POLIMERI DI MASSA

PVC  (Polivinilcloruro)

HDPE (Polietilene alta densità)

LDPE (Polietilene bassa densita)

PP    (Polipropilene)

PS    (Polistirene)

FASCIA INTERMEDIA

EVAC (Etilenevinilacetato)

EP     (Etilene-polipropilene)

CA     (Acetato di cellulosa)

SAN   (Stirene-acrilonitrile)

SBR    (Stirene-Butadiene)

SMMA (Stirenemetilmetacrilato)

ABS    (Acrilonitrile-Butadiene-Stirene)

TECNOPOLIMERI

PA     (Poliammidi)

PMMA (Polimetilmetacrilato)

PET    (Polietilentereftalato)

PBT    (Polibutilentereftalato)

PC      (Policarbonato)

POM    (Poliossimetilene)

PPO     (Polifenil ossido)

PPE     (Polifeniletere)

POLIMERI SPECIALI

PPS   (Polifenilensolfuro)

PPSU (Polisulfoni)

PTFE (Politetrafluoroetilene)

PAA   (Polirilanamidi)

PEK    (Polichetoni)

PEEK  (Polieterechetoni)

PU     (Poliuretano)

 

POLIMERI AMORFI

PVC

PS

CA

SAN

SBR

ABS

PMMA

PC

PPO

PPS

PPSU

PU

POLIMERI CRISTALLINI

HDPE

LDPE

PP

 

PA

PBT

PET

POM

 

   
   

IN PRATICA

   

La tabella di divisione tra amorfi e cristallini è decisamente quella più interessante, perchè riporta la caratteristica base del materiale che si deve utilizzare ma, in realtà, pochi tra coloro che trasformano i materiali plastici conoscono queste divisioni a memoria e, praticamente, quasi nessuno tra quanti progettano e costruiscono stampi sa della loro esistenza (i più conoscono le tabelle dei ritiri e qualcuno non conosce nemmeno quelle). Di conseguenza molte volte si generano degli errori già nella fase di realizzazione delle attrezzature e, quando si ha a che fare con uno stampo costruito in modo approssimativo, col circuito di condizionamento buttato lì tanto per far vedere che è stato fatto, ottenere un particolare perfetto e senza tensionature diventa un problema di difficile soluzione.

La tabella di divisione tra commodities e tecnopolimeri è invece meno interessante per chi trasforma i materiali plastici, però permette di capire la diffusione delle materie prime utilizzate. Questa suddivisione viene conosciuta perfettamente soprattutto da chi si occupa della commercializzazione dei vari materiali, in parte per conoscerne i consumi, ma soprattutto per saper distinguere i materiali più poveri (cosiddetti di massa) dove si guadagna di meno, da quelli più tecnici dove i consumi sono ridotti ma i ricarichi (e di conseguenza i guadagni) ben più consistenti. Nasce in automatico un consiglio a chi si occupa degli acquisti: se dovete tirare il prezzo a un commerciante di materie plastiche non perdete troppo tempo a trattare il prezzo delle commodities (a meno di non consumarne interi autotreni), ma concentratevi piuttosto su una sola pedana di un prodotto speciale, così al posto di un combattuto e snervante risparmio di uno o due centesimi al chilo, potrete ritrovarvi a risparmiare quasi un euro al chilo dal prezzo base che avevate a listino.

       

"Famiglie" fine

   

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